Oldalképek
PDF
ePub

DELLO

SPIRITO ANTIPAPALE

CHE PRODUSSE

LA RIFORMA.

CAPITOLO I.

LINGUAGGIO APERTO CONTRO ROMA.

L'ABUSO del potere è sempre odioso in qualunque reggitore,

ma nel ministro del santuario divien anche scandaloso e fatale. Togliendo a sè l'altrui stima, ei la toglie al culto; opprimendo l'Uomo, discredita Dio. Che se la religione segue ad aversi per vera, allora il suo sacerdote sarà sicuramente tenuto per falso; e lo stesso zelo che si ha per l'una ridonda a danno dell' altro. Perduta l'opinione, che cosa può egli sostituirvi? Se ricorre alla forza ciò gli nuoce anche più, poichè è nuova violazione della legge di pace a cui presiede. Guai quando alla persuasione si sostituisce la violenza! quella non si comanda, e questa, quando si può, vien repulsa. Ecco ciò che accadde in moltissimi cristiani riguardo al papato corrotto ed armato. Fu temuto perchè forte, ma fu detestato perchè vizioso. Cristo seguì ad essere adorato, ma chi se ne diceva il vicario, e da tale non operava, fu creduto il suo avversario.

Vano sarebbe il rammentare i tanti disordini cagionati dai cattivi pastori nel lacerato gregge di Cristo; i tanti vizj ond' essi furono infetti; le tante alterazioni del dogma che lor vennero apposte; le tante crudeltà che usarono contro chi reclamava; le tante vittime che sacrificarono alla loro ambizione. Verità storiche sono queste che alzan le grida da migliaja di volumi; che gli stessi scrittori della Chiesa Romana non potettero interamente negare, e non osarono sempre scusare; e che noi volentieri trasandiamo, essendo nostro scopo il considerarne solo gli effetti.

A mostrare intanto che ciò che fecero i riformatori, al principio del secolo decimosesto, era effetto della persuasione de'

B

secoli precedenti; a far vedere che il genio del cristianesimo protestante passò di generazione in generazione sino a coloro che altamente lo proclamarono in faccia al mondo; a dichiarare la chiesa cristiana in due divisa, fin quando pareva esser una; ripeteremo alcune delle molte voci le quali si levarono di età in età a dar impulso alle posteriori.

All'aspetto di tante abbominazioni (così eran dette) di cui Roma era la fucina, il mondo scandalizzato, fra attonito e dolente, gemea; e fin dal Mille dell' era volgare si andavan ripetendo con terrore quelle parole dell' Apocalisse: "E poichè saranno consumati Mille anni, Satanno sarà scatenato dal suo carcere, ed uscirà a sedurre le genti" (xx. 7.); e tutti gli occhi si volgevano spaventati a quel covile di vizj, per cercarvi lo scatenato Satanno. Quell' altro passaggio dell' Apocalisse: "La gran Babilonia è fatta l'abitazione dei demonj, e ricettacolo di ogni spirito immondo" (xviii, 2.) coloriva agli occhi altrui coloro che circondavano quel Satanno scatenato come tanti spiriti infernali. Quegli altri passaggi che dipingono la gran meretrice sopra la bestia a sette teste, sedente sulle acque, "la gran Babilonia, madre delle fornicazioni e delle abbominazioni della terra :-Ti dirò l' arcano della donna e della bestia che la porta, la quale ha sette teste-La donna che vedesti è una gran città che ha dominio sui re della terra— I sette capi son sette monti sopra i quali la donna siede" (xvii, 5, 7, 18, 9), designavano con precisione la città de' sette monti a quella che con la solennità del Settemontio consacrò ne' suoi fasti la sua topografia, Roma insomma, come il nido di cotanta turpitudine, e di quella dominazione ch' era fin dai re paventata. Quell' altro passaggio: "E vidi la donna inebbriata del sangue de' santi, e del sangue de' martiri di Gesù" (xvii, 6.) venne assai per tempo accreditato dalle ripetute e prolungate stragi che Roma fece de' cristiani medesimi, che osarono alzar la voce o del gemito o della indignazione. Quell' altro: "Chi ha intelletto computi il numero della Bestia, poichè è numero d' Uomo, e il numero è seicento sessanta sei" (xiii. 18.) veniva interpretato con caratteri greci (poichè in greco fu scritta l' Apocalisse) LATEINOS, uomo latino; il qual nome dà esattamente l' indicato numero 666; e quindi si credè fermamente che la Bestia Apocaliptica, chiamata da san Giovanni il falso profeta, fosse colui ch'è detto capo della chiesa LATINA.

L'intera Apocalisse, di cui rammentammo qui pochi passi, fu libro fatale a Roma. Quel solo scritto apostolico fè più

[blocks in formation]

guerrà ai papi che tutte le opere protestanti unite insieme. Parve altronde (inverisimile, ma pur vero!) che i papi medesimi si piacessero a fare tutto ciò che potesse strascinare i fedeli a siffatte opinioni. Essi operarono in modo da far credere che volontariamente accogliessero in sè que' caratteri orrendi che furono sì chiaramente preconizzati dagli apostoli di G. C. come segni sicuri da far ravvisare il delegato e l' immagine di Lucifero. San Paolo scrisse che quel falso profeta, quell' uomo del peccato il quale dovea venire secondo l'operazione di Satana, sederebbe nel tempio di Dio fra la pompa di segni e miracoli; ed il Papa, sedendosi nel tempio di Dio, lo riempì d' un esercito innumerevole di facitori di segni e miracoli, che segue ad accrescere anche oggi le pagine del Flos sanctorum. San Paolo scrisse che quel messo di Satana avrebbe proibito i matrimonj; e il Papa condannò alla sterilità tutta la caterva de' preti, de' frati e delle monache. San Paolo scrisse che quell' agente di Satana avrebbe comandata l'astinenza de' cibi; e il Papa introdusse quaresime, vigilie, e quattro tempi. San Paolo scrisse che bisognava esercitarsi nella pietà, e non nelle vane afflizioni corporali; e il Papa ordinò penitenze, digiuni e discipline. San Paolo

scrisse ch' era d'uopo attenersi alla semplice dottrina del Verbo, e fuggire le quistioni di parole onde nascono contenzioni e bestemmie; e il Papa fè fiorire le sue scuole di dissidiosi scolastici che resero la teologia un campo di triboli e spine. San Paolo disse che la confessione doveva essere pubblica, ed il Papa la pose auricolare. San Paolo, fido al precetto ed alla pratica del divin maestro, gridò che si dovesser fuggire le ricchezze come lacci del diavolo, poichè chi le appetisce abberra dalla fede; e il Papa fra splendidi palagi notò nell' opulenza, commerciando fra cristiani d' indulgenze, bolle e dispense. San Pietro d'accordo scrisse che verrebbero un giorno nella chiesa di G. C. maestri mendaci, figli della maledizione, che vivrebbero con lusso, e farebbero mercimonio di parole e d'ingiustizia, ecc. e i Papi che non dovevano ignorare quelle predizioni, che le leggevano ogni giorno, che le udivano così distinte e caratteristiche, vi andarono incontro coi piedi loro, e si gridavano intanto altamente successori di Pietro e Paolo, che avevan fatto quelle predizioni. Compatiamo coloro che, sedotti dalla coincidenza de' vaticinati segni, credettero ravvisarlia.

D'allora in poi il Papa fu migliaja di volte denominato da ecclesiastici medesimi, e da essi più che da altri, Satanno ed • Vedi i notabili passaggi dei due apostoli alla nota (A), nelle NoTE AGGIUNTE, che sono alla fine di questo volume

Anti-Cristo; i suoi ministri vennero appellati demonj e figli di perdizione; e la città in cui abitavano fu chiamata Inferno e Babilonia; eque' nomi in tal significato sonavano allora, siccome suonano anch' oggi, fra le labbra di molti protestanti. Giova udirlo di alcuni, secondo la successione de' tempi.

Già prima del Mille, Claudio, arcivescovo di Torino, rammentato per alta dottrina e puro costume, biasimato da altri membri della chiesa perchè declamava contro il Papa, scrivea di sè: "Non è maraviglia che i membri di Satanno parlino di me in tal guisa" a.

66

Del Papa Ildebrando (Gregorio VII), che coincideva col fine del vaticinato Millennio così si legge: "Il rabbioso Satanno è stato scatenato, che la potente mano di Dio voglia distruggerlo, cioè il Papa Ildebrando" ".

Il monaco Lamberto Scakfnaburgense scrisse di quel medesimo Papa: "Satanno è sbucato dalla prigione, e devasta la chiesa" c.

Poco più tardi, il carmelitano inglese Guglielmo Dysse, famoso per le sue predicazioni in Francia, Spagna ed altrove, indignato de' vizj de' capi della chiesa, sclamò:

Heu, quantum nugatorii Præsules moderni.

Dici debent potius Præsides Averni ! a

Arnolfo, vescovo aurelianense, così gridò nel concilio di Reims, additando il Pontefice Romano: "Quid hunc in sublimi solio residentem, veste purpurea et aurea radiantem, quid hunc, inquam, esse censetis? Nimirum, si charitate destituitur, solaque scientia inflatur et extollitur, Anti-Christus est, in templo Dei sedens."

E nel concilio di Ratisbona, che si tenne molto più tardi, Eberardo vescovo salisburgense sclamò così: "Qui servus servorum est, dominus dominorum esse cupit. Contaminat, diripit, spoliat, fraudat, occidit perditus ille homo quem AntiChristum vocare solent". Quest' ultima frase ne svela che tal nome ricorreva abitualmente sulle labbra di molti.

Nella Storia Generale delle Chiese Valdesi, posta in luce dal loro pastore Giovanni Léger, vengono rapportati molti antichissimi MSS protestanti, i quali, affinchè rimanessero più sicuri, furono sotto Oliviero Cromwell depositati nella università di Cambridge, ove forse ancor sono. Recheremo qui, come saggio, qualche brano di un solo di essi, che porta la data Apologeticum rescriptum Claudii episc. Vedi Gio. Léger, Hist. Générale des Eglises Evang. Par. I, pag. 188. Leyde 1669.

a

Concilia &c. Colonia 1551. tomo 11, pag. 814.

Stor. di lui, sotto l'anno 1076.

a V. lez. sopra il Decamer. di Mons. Bottari, al principio. Aventino, Annal. lib. VII.

dell' anno 1120. "Quali sono le opere dell' Anti-Cristo ? Opra dell' Anti-Cristo è toglier la verità, e cambiarla in falsità e menzogna.-Opra dell' Anti-Cristo è esercitare insaziabile avarizia, e non far mai alcuna cosa senza simonia.-Opra dell' Anti-Cristo è il reggere, non per lo Spirito Santo, ma per la potestà secolare, presa in sussidio delle spirituali cose. -Opra dell' Anti-Cristo è odiare, perseguitare, assassinare, rubare, cancrenare le membra di Cristo.-Egli ha trovato varie ordinanze antiche e nuove, con la mira di ottener pecunia.-Dice l' apostolo: qual compagnia della luce con le tenebre, qual convenzione di Cristo col Diavolo!-Non voglio che vi facciate compagni dei demonj.-Noi facciamo divisione esteriore ed interiore da lui che noi crediamo Anti-Cristo".a E così segue a lungo.

Quando poi manifestossi lo spirito della riforma fra gli Albigensi, che vennero dai Papi a migliaia sacrificati, moltissime furono le invettive che l' irritata musa de' Trovatori Provenzali scagliò contro Roma. Udiamone un solo che scrivea nel corso del secolo XIII, mentre fervea la prolungata lotta fra l' Impero e 'l Sacerdozio, cioè, tra Federico II e tre papi consecutivi. "Rome, de mauvais mœurs et de mauvaise foiRome, tu établis ton siège au fond de l' Abime et de la perdition. Sans sujet tu mis à mort un peuple innombrable.-Tu méprise Dieu et les saints-la fausseté, l' obbrobre et l' infamie regnent dans ton sein." E poi volto alla cagion di tanti mali esclama: "Sous le dehors d'un agneau, vous êtes au dedans un loup ravisseur, et un serpent couronné ".-Va-t-en, Sirvente, dire au faux-clergé que celui-là est mort qui se soumet à sa domination".-Guglielmo Figueira ©.

Ma lasciando gli uomini poco noti, che potremmo, se volessimo, risuscitar contro Roma, quasi come truppa a massa, corriamo incontro ad uomini celebri, che ci si mostreranno quasi capitani dell' esercito animoso. Ci si presenta il più gran personaggio e letterato del secolo seguente, quel Francesco Petrarca, che fu il più famoso contemporaneo di Dante. Ei dee da noi meritar piena fede, sì per la conosciuta integrità del suo carattere, e sì per la profonda cognizione che avea della corte papale, ov' era lungamente vissuto. Obbligo ci corre di arrestarci alquanto più in lui, poichè le sue strettissime relazioni coi più gran principi e i più distinti letterati

a

* Parte I, pag. 74 e seg.

b 66 Serpens antiquus qui vocatur Diabolus et Satanas-habens capita septem et cornua decem, et in capitibus ejus diademata septem". Apoc. XII. Serpent couronné."

[ocr errors]

Vedi Millot, Hist. Litt. des Troubadours, sotto l' indicato nome.

« ElőzőTovább »