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con tutte le loro forze a parare que' colpi mortali che da una folla di falsi politici, e di inquieti rifor matori si portano tutto insieme all' altare ed al tronos I vescovi e il clero debbono instruire i fedeli dell' obbligo stretto di coscienza imposto da Dio di rispet tare il governo civile, ed eseguirne le leggi con quiete e puntualità I principi ei magistrati debbono sottomettersi essi medesimi, e tenere i loro sudditi · nella sominissione alla dottrina, alla disciplina, e alle leggi della Chiesa. Così regnando sopra noi la religione regnerà l'ordine, la tranquillità, la sicurezza, e felici saremo in questo mondo e nel cielo.

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540. Or siami lecito qui di presentarmi al trono dị tutti i principi cattolici, e col più umile ed ossequioso rispetto indirizzar loro le parole che S. Leone il grande diresse ad un Imperadore: dalla bocca di un sì santo e dotto e glorioso pontefice son ben sicuro che ascolteranno essi molto volontieri quella verità, che è l'oggetto delle loro continue ricerche » Ad un

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principe cristianissimo parlo con quella libertà che » si conviene ad un cristiano. A voi mi presento con » sacerdotale franchezza, e vi esorto a non curare, » ad allontanare da voi coloro, che da se stessi si » sono resi indegni del nome di cristiani. Non mai » permettete che cotesti empii parricidi trattino presso » voi dei dogmi di nostra fede: è chiaro che costoro

vogliono torre dal mondo la fede e la religione di » Gesù Cristo. Riflettete e tenete per fermo, che la regal potestà vi è stata data non solo per regolar la » republica, ma principalmente per protegger la Chi

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esa con raffrenare gli empi attentati dei novatori, e con discacciar ben lontani da voi tutti coloro che » invadono i diritti ecclesiastici. Mirate, o Imperado» re, innanzi a voi e in atto supplichevole i sacer» doti del Signore che sparsi sono per tutto il mondo pregarvi per la difesa di quella religione, nella quale tutti gli uomini sono stati redenti da Gesu » Cristo. Insistono i sacerdoti presso di voi colle più » fervide istanze, affinche i perfidi novatori non tro» vino accesso a far valere le maligne loro insinuazioni. O si riguardi l'empietà de' loro errori, o la perversità dei lor consigli, o il danno de' funesti scompigli che cagionarono per ogni dove si nelle » cose ecclesiastiche che civili, meritano costoro quai » membri guasti e imputriditi d'essere separati dal » corpo dei cristiani. È si una bella sorte per un

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regnante poter al diadema regale, aggiungere la » corona di difensor della fede ». Si veda il testo originale nell' appendice II.

541. Ma poiche i politici adulatori del trono hanno sempre la bontà di dare un colore quasi di ribellione alla più giusta e rispettosa difesa dei diritti dell' episcopato, e la necessaria resistenza de vescovi, del clero, e dei pontefici in non volersi sottomettere, e non tollerare quegli ordini che opprimon la Chiesa vien riguardata come una colpevole contumacia, e come un urto intempestivo contro i principi e lo stato : leggano nella appendice KK.. le massime, che un sanfissimo martire capo della legione, tebea S. Maurizio ebbe il coraggio di far valere in faccia all' Imperador

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Massimiano, massime che debbonsi tener scolpite profondamente nel cuore da ogni fedel cristiano, e dirigere le sue operazioni ogni volta che il comando degli uomini viene in contrasto con le leggi di Dio. Lo spirito del cristianesimo è spirito di fedeltà, e di obbedienza a Dio prima, e dipoi agli uomini : spirito che sa rendere a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare: spirito che sa distinguere ottimamente, e porre nell' ordine respettivo i diritti della Chiesa, ei diritti del principato spirito finalmente che non sa intendersi dagli uomini limitati alle sole viste del nostro orizzonte Animalis homo etc. sup. num. 635. Da questo spirito era animato il pontefice S. Simamco quando con sacerdotal libertà riprendeva I' Imperaore Anastasio del favore prestato agli eretici e scismatici, e distingueva ottimamente i limiti dell' obbedienza dovuta alle potenze del secolo: An quia Imperator es contra Petri niteris potestatem? ... Et beatum Apostolum Petrum in qualicumque vicario calcae contendis? Conferamus autem honorem imperatoris cum honore pontificis, inter quos tantum distat, quantum ille rerum humanarum curam gerit, iste divinarum. Tu, imperator, a pontifice baptismum accipis, sacramenta sumis, orationem poscis, benedictionem speras, poenitentiam poscis. Postremo tu humana administras, ille tibi divina dispensat. Nos quidem' potestates humanas suo loco suscipimus, donec contra Deum suas erigunt voluntates. Coeterum si omnis potestas a Deo est, magis ergo quae rebus

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est praestituta divinis. Defer Deo in nobis, et nos deferamus Deo in te. Coeterum si tu Deo non deferas, non potes ejus uti privilegio, cujus jura contemnis (Epist. Apologet. adv. Anastas. Imp. VI. Ap. Lab. tom. IV. col. 1298.)

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CAPO XII

NECESSITA' DÍ DIFENDERE L' EPISCOPATO

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542. Da tutto ciò che si disse e si è provato in tutta la presente dissertazione, ad evidenza risulta la grande importantissima verità, che chiunque, o direttamente, o indirettamente, o con espresse maniere, o con artifizi coperti tenta di avvilire, di restringere nel suo esercizio, di ridurre al niente il primato dei romani Pontefici sopra tutti i vescovi, e sopra tutti i cristiani, costui mira a distruggere l'episcopato nella sua unità, la Chiesa nel suo governo, e la religione nella sua disciplina, e ne' suoi dogmi. L' episcopato è uno solo non solamente per la sommissione di obbedienza che deesi prestare da tatti í vescovi insiem coi loro popoli al rom: pontefice come capo e superiore con vera autorità di comandare a tutti; ma sì ancora per l' emanazione di ogni potestà di governo ecclesiastico, che dal romano Pontefice debbe discendere come da unica visibile fonte, che forma la visibile unità della Chiesa cristiana. Questa unità dell' Episcopato e della Chiesa ci venne già dimostrata assai chiaramente da Gesù Cristo coll' orazione che fece all'eterno suo Padre: questa vedemmo predicata dai padri nostri, e dalla tradizione di tutti i secoli con l'insegnamento e con la pratica. Che dunque dir si dovrà di quelle dottrine che ai tempi d' oggi si

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