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ARTICOLO IV.

Superiorità di S. Pietro agli altri Apostoli.

51. Qu

uesta è negata espressamente da Lutero ed altri eretici: di ciò non dobbiamo stupire. Marsilio Ida Padova dice che S. Pietro immediate a Deo nullam habuit super reliquos apostolos, aut Christi Discipulos jurisdictionem, aut potestatem. Martino Lutero: Omnes Apostoli æquales fuerunt Petro. Giovanni Calvino asserisce; Petrum fuisse unum ex

duodecim parem reliquis. neque aliud colligi posse ex Scripturis. (Cap. Jodocum Coccum in thesauro catholico, lib. VII. de Hierarch. eccles.) Il Luterano Pfaffio sopracitato (nu. 33.) concedendo a S. Pietro per eccesso di cortesia Primatum ordinis, non jurisdictionis, si consola con dire, sufficiat nobis hoc, apostolos omnes aequales esse. Bensì è da stupire, che alcuni e non poco numero, i quali per altro affettano di comparire zelanti figliuoli della chiesa, non cessino per ogni maniera di stracciarle barbaramente il seno. Nel secolo XVII. comparve dal de Barcos nipote del troppo famoso abate di S. Cirano un libercolo, nel quale si sosteneva che San Pietro, e San Paolo erano due capi della chiesa, che non ne facevano se non uno; eresia condannata tosto con plauso di tutti cattolici dal pontefice Innocenzo X. nella seguente proposizione: S. Petrus et S. Paulus sunt duo ecclesiae Principes qui u

nicum efficiunt. Vel: sunt duo ecclesiae catholicae Coriphaei, ac supremi Duces summa inter se unitate conjuncti. Vel: Sunt geminus universalis ecclesiae vertex, qui in unum divinissime coluerunt. Vel: Sunt duo ecclesiae summi Pastores, ac Praesides, qui unicum Caput constituunt (Decre. 29.Jan. 1647.). Prima ancora di questo la facoltà teologica di Parigi nel 1617. aveva censurata come scismatica ed eretica la seguente proposizione dell'apostata Marc'Antonio de Dominis: Disparitas potestatis inter Apostolos est humanum inventum in sacris evangeliis,et divini novi testamenti scripturis minime subsistens: dove notisi bene non trattarsi di disparità di mero onore, e preminenza di posto; ma trattarsi di vera e propiamente detta potestà, disparitas POTESTATIS. Il primo posto di onore tra i vescovi non hanno difficoltà i nostri avversari di concederlo al papa: la pre+ minenza di onore non dà loro verun impaccio: la potestà di comando nel governar la chiesa è quella, a cui non vogliono sottomettersi, e perciò la negano.

52. Ma il negarla chiaramente come fanno gli eretici è un parlar troppo crudamente, e fa orrore a tutti i cattolici. Questa piazza non bisogna volerla prendere per assalto, ma sordamente minarla, e togliere le difese con militare stratagemma. Dicono dunque che il papa successor di S. Pietro ha non solamente la preminenza di onore e di posto, ma che ha ancora il primato di potestà e di giurisdizione. Già credereste che costoro sono nostri confederati ed amici ma leggete le loro opere, a bel bello in det

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taglio vi tolgono destramente di mano tutto quello che vi hanno dato cortesemente in parole. Che cosa può fare il papa come successore di S. Pietro nella Chiesa? Non far leggi obbliganti fuori della sua particolar diocesi di Roma; non dispensar dai canoni; non far vescovi, o sospenderli, o deporli; non mandar suoi legati, o nunzi in varie parti; non adunar consili generali, non presedervi, non confermarli; non esentare i regolari, o altre persone dalla giurisdizione de' vescovi; non fondar nuovi vescovadi, sopprimere i già fondati senza il consenso dei metropolitani, de' popoli, e de' sovrani; non riservare a se la remissione di alcuni peccati, l'assoluzione delle censure, la collazione de'beneficj; non esercitare le funzioni ecclesiastiche nelle diocesi altrui senza la permissione del vescovo diocesano etc. Ma dunque che potrà fare il Papa in vigore del suo primato di giurisdizione? Nient' altro che invigilare sopra i vescovi se fanno il loro dovere, o nò, ammonirli, esortarli, e in caso di necessità supplire alle loro mancanze, e ciò non perchè tal autorità gli competa per diritto propio e originale, ma perchè la Chiesa gli dà commissione di farlo, come la dà anche ai metropolitani, ed ai patriarchi. Così dunque il primato di giurisdizione del Papa va in fumo. Tuttociò tende maliziosamente a stabilire la citata proposizione di Marcantonio de Dominis. Intendo ora il perchè Giansenio in una lettera scritta al Sancirano 5. Agosto 1619. dicesse all'amico quando egli Giansenio fu fatto lettore di sacrà scrittura nell' università di Lovanio con in

cumbenza di confutare il de Dominis, questa cosa io abborrisco onninamente (Il progresso del Giansenismo scoperto: Avignone 1655.). La ripugnanza del loro caporione si è attaccata come un morbo contaggioso ad una numerosa moltitudine di suoi seguaci nell' Italia, e fuori di essa.

53. L' iniquità de' tempi sarebbe ella giunta al segno nei giorni nostri di render necessario, o certo almeno non superfluo con avversari sedicenti cattolici il provare un punto di fede ? Oh Dio, quanto sono terribili i vostri giudizi nel punire con fatale cecità la superbia degli uomini ! Non è ella una cecità veramen❤ te fatale il lusingarsi di esser cattolico, quando aper tamente, o copertamente, e con ostinazione s' impugna un' articolo di fede cattolica? La superiorità di S. Pietro agli apostoli, e à tutti i seguaci di Gesù Cristo è rivelata nella sacra scrittura con tal chiarezza, ed energia di espressioni, che non si può con tutti gli sforzi in contrario non conoscerla. La tradizione di tutti i secoli della chiesa conferma quella superiorità con tal consentimento, che non si troverà padre o scrittore ecclesiastico autorevole, il quale non renda ad essa solenni e replicate testimonianze. I ti toli di Corifeo, Capo, Presidente, Pastor supremo, Principe del coro Apostolico, Preposto a tutti gli Apostoli, e alla chiesa ec; s'incontrano spessissime volte nelle opere di tutti i padri, che parlano di S. Pietro, e della di lui autorità. Alcuni passi fra i moltissimi si potranno vedere nell'Appendice E. 54. In vista di una verità sì chiaramente e univer

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salmente contestata, come è possibile che si trovino scrittori in mezzo al cattolicismó, i quali facciano ogni sforzo per negarla, o almeno per ridurre la cosa ad una semplice preminenza di onore senza vera e propria potestà di giurisdizione? Lo scioglimento di questo nodo lo troveremo subito negli effetti sorprendentemente terribili delle umane passioni. Vi sono certi infermi di umore tanto stravagante, dice S. Agostino, che trasportati fuor di se dalla violenza della febbre, si rivoltano bruscamente contro il medico che amorosamente viene per curarli, come già fecero i giudei contro Gesù Cristo, e rigettano con disprezzo, e con le più brusche maniere tutte le medicine ap→ prestate loro per guarirli. His omnibus curationi→ bus ingrati, tanquam multa febre phrenetici insanientes in medicum (G.C.), qui venerat curare vos, etc. (Enarr, in PS. LXIII. n. 3.). Riguardano il medico come un nemico, dice il Papa S. Gelasio, e lo cacciano via colle brutte: Sic phrenetici solent medicantes quoque velut hostes putare, vel caedere. (Epist IV., seu Commonit. ad Faust. apud Labbè tom. IV. column. 1170.). La sovrana potestà di governar la sua chiesa conferita da Gesù Cristo al capo degli Apostoli San Pietro, e destinata a tramandarsi nei successori di lui, fu istituita per vantaggio, e salute spirituale degli uomini per guidarli nelle rette vie del signore , per guarirli dalle ferite mortali fatte loro dal peccato, e per condurli al possesso di una eredi→ tà sopranaturale e beatissima senza fine. Oh perchè dunque gli uomini rigettano questa guida si opportu

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