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SALTERIO DA VIDIGO

PARATRASATO

IN VERSI LIRICI TOSCANT

D A

PASQUALE MARGOLFO

VOL. III.

Sal Salmo LL. fino af LXXV.

NAPOLI

Dai Eipi di Giuseppe Cioffi.

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SALMO LI.

ALlorchè Davide fuggiva dallo sdegno. di Saulle andò a ricoverarsi nella Città di Nobbe, dove venne accolto dal Sacerdote Achimelecco. Furono entrambi accusati da Doecco, Consiglier peggiore di un Re malvagio, e fu perciò Achimelecco messo a morte. Credono gli Espositori, che Davide da questa, circostanza avesse preso motivo di comporre il seguente Salmo. Siccome però contenevasi in esso lo spirito della profezia, così venne egli in tal guisa a presagire le persecuzioni, che si sarebbero date all' atteso Messia, ed a' suoi seguaci. Davide adunque, figurando la futura Chiesa, esprimeva con questo Salmo le seguenti cose. In primo luogo intendeva di biasimare la malvagità della Sinagoga e degli Ebrei, che avrebbero accusato il Divin Salvatore presso Pilato; predisse quindi la di loro distruzione, e final mente profetizzò la fondazione della Chiesa di Gesù Cristo, la quale sarebbe succeduta alla Sinagoga.

Treviso

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f.

Perchè superbo vai

Di tanti eccessi e tanti ?

Empio perchè ti vanti
Di tua malvagità ?

Possente sei nel vizio,
E son tuo pregio e gloria
Nequizia e male oprar,
Inganno e infedeltà.

2.

Sono i tuoi detti ognora
Diretti all' altrui danno,
I labbri tuoi non sanno
Che ingiurie profferir.
Pungenti ed acutissimi
Rasoi di fina tempera
Atti non son così
A offendere e ferir.

1.

Quid gloriaris in malitia, qui potens es in iniquitate.

2.

Tota die injustitiam cogitavit lingua qua: sicut novacula acuta fecisti dolum.

3.

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Meglio calcar ti piace
I perigliosi calli
Degli esecrandi falli
Che di virtù il sentier.
La fè, la rettitudine
Da te posposte vengono
Al tuo capriccio vil,
Al pravo tuo voler.

Di verità nemico

4.

Sciogli alla lingua i freno
E spargono veleno

Le tue parole ognor.
Con frodi ed artifizi
Sopra l'altrui sterminio
Estoller ti vuoi tu
Perfido ingannator.

3.

Dilexisti malitiam super benignitatem, iniquitatem magis, quam loqui aequitatem.

4.

Dilexisti omnia verba praecipitationis; lingua dolosa.

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