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lo che in te la mia speme fondai
In te voglio, Signor, confidare;
Tu sei giusto, puoi tu secondare
Il mio giusto pietoso desir.

Gloria Patri.

All' immenso divino Pensiero
All' eterna sua sacra Parola,
E a chi l'aime ravviva e consola;,,
D'ambi Spirto di uguale virtù:
Fin che i tempi il lor corso faranno
E fin dopo che un solo presente
Il passato e il futuro divente
Sia qual'è, gloria sempre, qual fu.

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SALMO LV.

Si vuole che Davide fuggendo Pincontro di Saulle abbia composto questo Salmo anche allora che si ritrovò in Gette Città de'Filistei. Con esso si alludeva alla futura Chiesa di Gesù Cristo; imperciochè siccome Davide malmenato dal suo popolo sen fuggì in Gette, così la unione de' discepoli del Divin Redentore, perseguitata da' Giudei, dovea un giorno portare il Vangelo ai Gentili, dai quali sarebbe stato accolto. Scorgesi adunque in questo Sal no la voce della Chiesa, Ja quale a guisa di pacifica e semplicetta Colomba si lagna delle persecuzioni, che soff; predice il gastigo de persecutori e rende finalmente al Signore i dovuti ringraziamenti per vedersene liberata.

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A pietà, Signor, ti muova

Il mio pianto, il mio dolore,
Ve' qual odio in petto cova
L'empio mio persecutore,
Di cui sono ognor lo scherno;
Ve' qual barbaro governo
Gli avversarii fan di me.

1.

Miserere mei Deus, quoniam conculcavit me homo: tota die impugnans tribulavit me.

Mira quanti rei tiranni
Contro me son congiurati;
Quante insidie, quanti inganni
Temer deggio in tutt' i lati!
Cinto son di armati e d'armi
Prigionier v' ha chi vuol farmi
Chi schiacciar mi vuol col piè..

2%

Fin del di la chiara luce

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Di spavento ognor m' ingombra;
Sommo Iddio sii tu mio duce
Sii mio scudo e tu disgombra
D'ogni affanno un cor che geme,
E che tutta la sua speme
Solo in te, Signor, fondò..
Non potranno del mio Dio
Venir meno le promesse;
Non so metterle in obblìo,
Ma nel cor le porto impresse;:
Ei difende chi in lui spera,
Nè per mano fa ch' io pera
Del mortal, che nulla può..

Conculcaverunt me inimici mei tota

die, quoniam multi bellantes adversum.

me.

2.

Ab altitudine. diei timebo: ego vero

in te sperabo..

《、.

In Deo laudabo sermones meos: in Deo speravi, non timebo quid faciat mihi caro.

Ben mi avveggo che i miei detti
Da' nemici son derisi

Son spregiati e maledetti;
So che ognora i sguardi fisi
Tengon essi a le mie spalle,
Per potermi in stretto calle
Nell'abisso rovesciar.
In segreto concistoro

Fanno iniqui parlamenti,
Là concertan fra di loro
Empie stragi e tradimenti;
Mai riposo non mi danno
Ed intenti sempre stanno
I miei passi a misurar.

4.

Ma siccome a mia ruina

Essi teso han sempre l'arco,

Così l'ira sua divina

3.

Tota die verba mea execrabantur : adversum me omnes cogitationes eorum in malum.

Inhabitabunt, et abscondent: ipsi

calcancum meum observabunt.

4.

Sicut sustinuerunt animam meam

pro nihilo salvos facies illos pop ulos confringes.

in ira

Fia che alfin gli attenda al varco
Ed allor vedran gl' indegni
Come i popoli, ed i Regni
Annientare Iddio saprà.
Narro a te, Signore, intanto
Il tenor de la mia vita,
A pietà ti muova il pianto
Di chi privo d'ogni aita
Or prostrato al tuo cospetto
Del suo cor l'interno affetto
Più reprimere non sa.

5.

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Tu sei buono, e sei fedele
Nelle tue promesse io spero,
So che udrai le mie querele;
Tu farai lo stnolo altero
Dissipar de miei rivali,
Ei di lor fulminei strali
Rotti al suol farai cader.

Deus, vitam meam annuntiavi tibi: posuisti lacrymas meas in cospecto tuo. 5.

Sicut et in promissione tua; tuns convertentur inimici mei retrorsum.

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