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disceso dal Cielo sarebbe colà ritornato vittorioso, seco conducendo tutte le anime de' giusti, che stavano nel Limbo. Previde inoltre con questo Salmo le grazie, delle quali sarebbe stata arricchita la Chiesa mercè la passione e morte dell'uomo Dio. Predice finalmente il gastigo, che sarebbe piombato sulla Giudaica nazione facen. do conoscere che la medesima, dopo riprovata, sarebbesi veduta posposta al popolo gentile per mezzo della predicazione degli Apostoli, i quali avrebbero ampliata e distesa la Chiesa di G. C. nell' Orbe intero. Or sebbene tale sia l' uniforme parere degli Espositori, pur tuttavia varie tra essi sono le interpetrazioni, che si danno al difficile passo, che leggesi in questo Salmo Si dormiatis inter medios cleros. V'ha chi sostiene che la parola cleros intender debbasi per i due sacri Testamenti. Sono altri di avviso che dinotava le tribolazioni, le angustie, e le pene, che sofferte avrebbero i promulgatori del santo Vangelo, ma che quindi come candide colombe avrebbero spiegato il volo verso i Cieli. Noi impertanto abbiamo stimato di attenerci al divisamento di questi ultimi, per esserci sembrato più consentaneo alla profezia, ed allo spirito

del Salmo; tanto più che la parola clerus significando altresì una infermità, che suole soffrirsi dalle pecchie, quando non com- . piono i favi, ben poteva perciò interpeirarsi per gli affanni e per le persecuzioni, alle quali sarebbero andati all'incontro gli Apostoli e tanti Martiri di Gesù Cristo.

1.

perfidi

Sorga il mio Nume, e dissipi
I suoi nemici a un lampo;
Deh! sorga, e allor quei
Non troveran più scampo:
In un balen, qual nebbia
Ei li farà sparir.

Quei, che piegar sdegnarono
A lui le fronti altere,
Far parte più non possono
Delle sue fide schiere ;
Dal suo cospetto fuggano
Veggansi alfin svanir.

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1.

Exurgat Deus, et dissipentur ini

mici ejus; et fugiant qui oderunt eum a facie ejus.

2.

Sgombro da lieve zefiro
Non è così il vapore,
Cera così non stemprasi
Del foco quì al calore,
Come disperder gli empii
Il nostro Dio farà.
Satolle poi di grazie,

Di eccelsi beni onuste
Egli saprà quì rendere
Quell' alme elette e giuste
Che santo amor nudriscono
Che han sensi di pietà.

3.

Bell' alme felicissime
Itene omai festanti "
abbr da voi scio!gansi

A lieti e dolci canti
A Dio si dia la gloria,
E al Nome suo divin.

2.

Sicut deficit fumus, deficiant: sieut fluit cera a facie ignis, sic pereant peccatores a facie Dei.

Et iusti epulentur, et exultent in cospectu Dei, et delectentur in laetitia.

3.

Cantate Deo, psalmum dicite no

Correte omai, deh

gitene

A far corteggio al Nume
Che sulle nubi elevasi
Ver la magion del lume;
Ah! si voi preparategli
Bell' aline quì il cammin.
4.

Egli è colui, che appellasi
Il santo, immortal, forte,
Che in terra e in Cielo domina,
Che abbatterà la morte;
A lui compete il titolo
Di onnipossente Re.
Innanzi all' adorabile
Divino suo cospetto
Brilli di gioja insolita
Il cuor di ognuno in petto,
E sia palese il giubbilo,
Che prova ogni alma in se.

5.

Quel sommo Re per l'orfano
Avrà di padre il core,

mini eius; iter facite ei, qui ascendit super occasum

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4.

* Dominus nomen illi.

Exultate in conspectu ejus *

*

turbabuntur a facie eius patris or

Ritroverà la vedova
In esso il difensore,
Egli alle turbe povere
Verrà sollievo a dar.
Già veggo il Tabernacolo,
Veggo il pastore
pastore e il
E o come a folla i popoli
Van della stessa legge
I dogmi inalterabili
E i riti ad osservar !

6.

e il gregge,

I nostri lacci a infrangere
Verrà col braccio invitto
Saprà gli erranti accogliere
E porli al cammin dritto;
Fin dalle tombe sorgere
Farà gli estinti ancor.
Signor, quel Dio medesimo

Sei tu, che in campo aperto
Sull' Eritreo conoscere

phanorum, et judicis viduarum.

Deus in loco sancto suo; Deus qui inhabitare facit unius moris in domo. 6.

Qui educit vinctos in fortitudine: similiter eos, qui exasperant, qui habitant in sepulchris.

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