Oldalképek
PDF
ePub

44.

45.

46.

Quel color che l'inferno mi nascose.
Venimmo poi in sul lito diserto
Che mai non vide navicar su' acque
Uom che di ritornar sia poscia esperto.
Quivi mi cinse sì com' altrui piacque;
O maraviglia! che qual egli scelse
L'umile pianta, cotal si rinacque

Subitamente là onde la svelse.

nubila vultu Discutit, et vivis afflatibus ora serenat. · COLOR. Di virtù e d'innocenza.

[blocks in formation]

45.

UMILE. Virg.: Humilesque myricae.- PIANTA. Aen., VI: Prime avulso, non deficit alter. I mezzi di penitenza sono, dice il Poggiali, ovvii sempre.

CANTO II.

ARGOMENTO.

Appare un Angelo che conduce su leggiera barchetta le anime nuove a purgarsi. Il P. riconosce Casella: questi gli canta. Le anime si arrestano alla dolcezza del canto: ma Catone sgridando le spinge al

monte.

Qui cominciano le apparizioni degli Angeli; e si badi alle varie pitture che il P. ne fa; si badi ai varii modi di raffigurare gli oggetti che vengono da grande distanza. Inf. IV, V, VIII, IX, XII, XV, XVII, XXI, XXIII, XXVI, XXXI, XXXIV. E sempre d'ora in poi si ponga mente a quest'arte di varietà. Poi s'osservi nell' Inferno il graduar delle tenebre e del gelo e del foco; nel Purgatorio il graduar della luce; nel Paradiso dello splendore e dell'armonia.

Nota le terzine 2, 4; la 6 alla 9; la 11 alla 16; la 18, 19, 23, 24; la 26 alla 30; la 33, 37, 38, 42; le ultime tre.

1.

1.

Già era 'l sole all' orizzonte giunto,

Lo cui meridïan cerchio coverchia

Ierusalém col suo più alto punto;

GIA. Qui giova recare la materiale ma evidente dichiarazione di Pietro: Consideriamo il cielo siccome due scodelle che copronsi l' una con l'altra, e in mezzo di loro sia sospesa una pallottola di terra, e sia questa la nostra terra con l'acque: e la mezza concavità, l' una cioè delle due scodelle, sarà l'emisfero della detta pallottola, cioè della terra nostra ; l'altra scodella, cioè l'altra mezza concavità, sarà l'altro emisfero dell' altra metà della pallottola stessa. Or s'imagini un circolo per lo mezzo dell'una delle due scodelle, cioè da settentrione a mezzogiorno: e sotto il colmo di detto cerchio, cioè nel più alto punto della pallottola, Gerusalemme. Nel punto opposto della terra è il monte del Purgatorio: or se in Gerusalemme era la prim' ora del giorno, nel monte dovev'essere un'ora di notte: il sole in Ariete, la notte in Libra. E come il sole nell'equinozio sorge alla foce del Gange, il qual corre di contro al moto del sole, onde Lucano cantò: Ganges, toto qui solus in orbe Ostia nascenti contraria tollere Phoebo Audet, et adversum fluctus impellit in Eurum; così per contrario la notte nasceva in Libra, poichè il P. disse nell' altro canto, che nell' oriente si velavano i Pesci (nell'oriente di laggiù che a noi è l'occidente), ciò mostra essere già passate du' ore, poichè ciascun segno dello zodiaco inchiude du' ore. — IERUSALEM. Ezech., V: Ista est Tomo II. 3

44.

45.

46.

Quel color che l'inferno mi nascose.
Venimmo poi in sul lito diserto
Che mai non vide navicar su' acque
Uom che di ritornar sia poscia esperto.
Quivi mi cinse sì com' altrui piacque;
O maraviglia! che qual egli scelse
L'umile pianta, cotal si rinacque

Subitamente là onde la svelse.

[ocr errors]

nubila vultu Discutit, et vivis afflatibus ora serenat. COLOR. Di virtù e d'innocenza.

[blocks in formation]

45.

UMILE. Virg.: Humilesque myricae. - PIANTA. Aen., VI: Prime avulso, non deficit alter. I mezzi di penitenza sono, dice il Poggiali, ovvii sempre.

CANTO II.

ARGOMENTO.

Appare un Angelo che conduce su leggiera barchetta le anime nuove a purgarsi. Il P. riconosce Casella: questi gli canta. Le anime si arrestano alla dolcezza del canto: ma Catone sgridando le spinge al

monte.

Qui cominciano le apparizioni degli Angeli; e si badi alle varie pitture che il P. ne fa; si badi ai varii modi di raffigurare gli oggetti che vengono da grande distanza. Inf. IV, V, VIII, IX, XII, XV, XVII, XXI, XXIII, XXVI, XXXI, XXXIV. E sempre d'ora in poi si ponga mente a quest'arte di varietà. Poi s'osservi nell' Inferno il graduar delle tenebre e del gelo e del foco; nel Purgatorio il graduar della luce; nel Paradiso dello splendore e dell'armonia.

Nota le terzine 2, 4; la 6 alla 9; la 11 alla 16; la 18, 19, 23, 24; la 26 alla 30; la 33, 37, 38, 42; le ultime tre.

I.

Gria

Tià era 'l sole all' orizzonte giunto,
Lo cui meridian cerchio coverchia

Ierusalém col suo più alto punto;

1. GIA. Qui giova recare la materiale ma evidente dichiarazione di Pietro: Consideriamo il cielo siccome due scodelle che copronsi l' una con l' altra, e in mezzo di loro sia sospesa una pallottola di terra, e sia questa la nostra terra con l'acque: e la mezza concavità, l'una cioè delle due scodelle, sarà l'emisfero della detta pallottola, cioè della terra nostra ; l'altra scodella, cioè l'altra mezza concavità, sarà l'altro emisfero dell' altra metà della pallottola stessa. Or s'imagini un circolo per lo mezzo dell'una delle due scodelle, cioè da settentrione a mezzogiorno: e sotto il colmo di detto cerchio, cioè nel più alto punto della pallottola, Gerusalemme. Nel punto opposto della terra è il monte del Purgatorio: or se in Gerusalemme era la prim' ora del giorno, nel monte dovev'essere un'ora di notte: il sole in Ariete, la notte in Libra. E come il sole nell'equinozio sorge alla foce del Gange, il qual corre di contro al moto del sole, onde Lucano cantò: Ganges, toto qui solus in orbe Ostia nascenti contraria tollere Phoebo Audet, et adversum fluctus impellit in Eurum; così per contrario la notte nasceva in Libra, poichè il P. disse nell' altro canto, che nell' oriente si velavano i Pesci (nell' oriente di laggiù che a noi è l'occidente), ciò mostra essere già passate du' ore, poichè ciadello zodiaco inchiude du' ore. segno IERUSALEM. Ezech., V: Ista est Tomo II. 3

scun

[ocr errors]

2.

3.

5.

2.

3.

4.

5.

E la notte, ch' opposita a lui cerchia,
Uscía di Gange fuor con le bilance
Che le caggion di man quando soverchia;
Sì che le bianche e le vermiglie guance,
Là dov' i' era, della bella Aurora

Per troppa etate divenivan rance:

Noi eravam lunghesso 'l mare ancora
Come gente che pensa suo cammino,
Che va col cuore e col corpo dimora.

Ed ecco, qual su 1 presso del mattino,
Per li grossi vapor Marte rosseggia

Jerusalem, in medio gentium... et in circuitu ejus terras. Ecco la costruzione del luogo ove ci trasporta il P. Escono nell'emisfero australe in un'isola circondata dall'Oceano, nel cui mezzo è un monte antipodo a Gerusalemme: il monte ha forma di cono tronco alla cima, ed ha intorno intorno undici ripiani a'quali si sale per via malagevole. Per più chiarezza citiamo anco il p. Lombardi: Ogni punto del nostro emisfero ha il suo proprio orizzonte e il suo meridiano, il quale è un arco che passando per lo zenit del luogo, e pel punto del cielo dove il sole ad esso luogo fa il mezzodi, va a terminare da ambe le parti all'orizzonte del medesimo luogo. Onde ciascun orizzonte non ha per suo meridiano che quello il quale col suo più alto punto copre esso luogo: sicche dire l'orizzonte di Gerusalemme è il medesimo che dire l'orizzonte il cui cerchio meridiano copre col suo punto più alto Gerusalemme. Ma perchè Gerusalemme è antipodo al Purgatorio, però se il sole cade a Gerusalemme, al Purgatorio spunta. Dice il Poeta: la notte uscia di Gange, perchè secondo la geografia de' suoi tempi (Rog. Bacon, Opus majus, dist. IV), l'orizzonte orientale di Gerusalemme credevasi un meridiano dell'Indie orientali, distante, dice Solino, dalla Palestina, quanto n'è distante la Francia. Ma le distanze dagli antichi date a’meridiani de' luoghi son troppo maggiori delle reali. Dante fa due meridiani del Gange e dell' Ibero distanti per gradi centottanta, e fa il meridiano di Gerusalemme equidistante da quei due : doppio errore, anco secondo la geografia tolemaica.

[ocr errors]

CERCHIA. Il sole era a quell'orizzonte, il cui meridiano è Gerusalemme, onde la notte era in Gange, ed era con Libra opposta ad Ariete. BILANCE. Dall' equinozio, quando luce il segno della Libra, le notti cominciano a crescere, però l'uguaglianza tra il dì e la notte è finita: e dacchè'l sole è in Ariete, fino alla Vergine, crescono i dì. SOVERCHIA. Cresce. Se l'Ariete discende, la Libra ascende, è dunque giorno fatto, e l'oriente è già rancio (Arist., Met.). BIANCHE. Ovid. Ut solet aer... breve post tempus candescere solis ab ictu. RANCE. Boccacc.: L' aurora già di vermiglia cominciava a divenir rancia. L'Ariosto nomina le chiome gialle dell' Aurora.

[ocr errors]

PRESSO. Sostantivo. In Toscana tuttora sui pressi di, vale nei luoghi vicini. -MARTE. Conv.: Marte dissecca e arde le cose, perchè il suo calore e simile a quello del foco; e questo è quello perch'esso appare affocato di calore, quando più e quando meno, secondo la spessezza e rarità de' vapori che 'l seguono, li quali per loro medesimi molte volte s'accendono, siccome nel

« ElőzőTovább »