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mostrar i bei capelli vengono a messa e orano col capo non velato. Il che è contra la dottrina dell'Apostolo che dice: Ogni donna che prega, ovver che profeta non avendo il capo coperto, disonora il capo suo, perchè è una cosa medesima, come se fosse tosata; ma se è cosa brutta alla donna esser tosata ovver rasa, copra il suo capo (1); vi aggiunge la ragione, perchè l'uomo immediate è sotto Cristo e Dio, ma la donna è sotto la potestà dell' uomo; debbe adunque velar il capo per mostrar ch'egli ha potestà sopra di lei dopo Dio. Item questo insegna la natura; e la donna s'ella nudrisce i capelli, le è gloria e onore. Item per i sacerdoti, cioè per la reverenza degli angeli e sacerdoti che sono nella chiesa, acciocchè alcun non sia preso dalla bellezza di lei. Item per la consuetudine; e però dice: se alcun vuol esser contenzioso, noi non abbiamo tal consuetudine nè la chiesa di Dio. E però voi, madre, non vogliate menar le vostre figliuole a questo modo in chiesa, perchè provocate l'ira di Dio contra di voi. Onde san Pietro, parlando delle donne buone, dice in questo modo: L'ornamento delle quali sia non esteriore nella increspatura de' capelli e avvolgimento dell' oro, o coprimento di veste (2). Ma perchè s'è detto abbastanza della composizion del corpo, veniamo alla contemplazione della mente, la qual proponemmo di dire al terzo luogo, e consideriamo che si dee orare o contemplare.

Primamente adunque secondo il statuto della chiesa si dec udir la messa dal principio infino al fine. Fatto questo presupposito adunque, dico che quando il sacerdote dice altamente, tu debbi udire. Vedi che non dice che debbi parlare, come fanno molti che impediscono le orazioni degli altri, nè debbi dire insieme col sacerdote quelle cose che lui dice, come fanno ancor molti, ma che tu oda, perchè molte volte impediscono il sacerdote. E non dice che tu debbi esser vagabondo con gli occhi e con la mente, ma debbi udire; nè dice che ivi tu debbi orare, ma che tu odi quelle cose che si dicono, e debbi attentamente pensare se tu osservi quelle cose che si dicono, e contemplare, e prepararti alla osservanza di quelle, siccome si legge del beato Antonio quando udi: Se vuoi esser perfetto, va' e vendi tutte le

(1) Ibid.

(2) 1. Petr. 3.

cose che hai, e dàlle a' poveri ; e del beato Nicolò e degli altri. Se dici, io non intendo, voglio nondimeno che tu odi, si per render reverenza alle parole di Dio, che tu non parli, mentre Dio parla per bocca del sacerdote, si acciocchè tu abbi speranza che quelle parole hanno virtute ancora in quelli che non intendono. Imperocchè il pane non intende la virtù delle parole della consacrazione, e nondimeno si trasmuta per quelle parole. Di modo che qualche volta l'uomo ignorante per la virtù delle parole udite, e massime quando si proferiscono devotamente dal sacerdote, si trasmuta, e di cattivo si fa bono, e d'indevoto si fa devoto. Tu, sacerdote, adunque vedi come proferisci le parole. Tu non debbi espedirti presto, ma con devota mediocrità, altramente nè tu gusterai, nė gli altri; nè eziam troppo altamente pronunziando, e dando impedimento agli altri, ma se tu proferirai devotamente, l'odor verrà al naso degli altri; perchè dice il Signore per Ieremia: Or le mie parole non sono qual fuoco ardente, e quasi un martello che rompe la pietra (1)? Onde si legge del beato Dominico, che proferiva l'orazion domenicale nella messa gustabile agli audienti. E quando il sacerdote parla piano nella messa, allora potrai orare, non come molti, che orando in alta voce impediscono il sacerdote, e sospirano, e alzan la voce. Dice il Signore che debbi entrar nella camera, e serrato l'uscio, preghi il padre tuo di nascosto (2); meglio è adunque pregar col cuore che con la bocca, e se si óra con la bocca e con la voce, dicasi così pianamente che udir non si possa specialmente dal sacerdote, e il ministro debbe esser diligente circa questo di ammonirli. E se dirai che orerò e contemplerò? Or ti rispondo brevemente, perchè abbiamo carestia di tempo, dipoi nell' altro sermone l'insegnerò più diffusamente e; perchè ho deliberato di compir quest' opera poichè l'ho cominciata e non è manco utile che la esposizione della epistola. Ritornate adunque la seguente domenica, e al presente dirò solamente questo che debbi conformarti col sacerdote, il qual prega per tutti e per sè, cioè per i vivi e per i morti, come dice l'Apostolo: Io prego avanti tutte le cose che si facciano preghi, orazioni, supplicazioni, con render grazie per tutti gli uomini, per

(1) Cap. 23.

(2) Math. 6.

i re e tutti quelli che sono in dignità, acciocchè facciamo tranquilla e quieta vita con ogni pietà e onestà, perocchè questo è bene e accetto avanti a Dio Salvator nostro, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvi, e che vengano alla cognizione della verità (1). Perchè adunque ho detto che noi andiamo alla messa per render grazie; la prima parte della messa fino al canone sarà il referir delle grazie; la seconda fino alla comunione sia la oblazion per tutti; la terza sia la comunione; e questo sarà accetto avanti a Dio, il qual è benedetto nei secoli dei secoli. Amen.

(1) 1. Thim. 2.

SERMONE DECIMO

De' misteri della Messa, dove si tratta ancora della composizione della mente, ovvero della orazione e contemplazione che si dee avere nella Messa.

Il sagratissimo e dolcissimo mistero della Messa, fratelli carissimi, è tanto venerabile e grande, che crediamo esservi presenti gli angeli quando essa si celebra. Ma perchè la troppa famigliarità partorisce fiducia e dispregio, per la frequente celebrazione di questo divino e venerando mistero, e per la poca divozione degli uomini, l'udito della messa è fatto agli uomini cosi famigliare, ch' hanno già preso fiducia d'entrare in sancta sanctorum, intantochè al di d'oggi il mistero che è di venerazione eziam agli spiriti angelici, appresso agli uomini e ministri si esistima quasi di niun prezzo. Oh cecità! oh ignoranza! oh ingratitudine degli uomini! i quali magnificano le cose terrene e poco apprezzano le celesti, i quali onorano gli uomini e disprezzano Dio; i quali lasciano le cose eterne e abbracciano le temporali; i quali dispregiano l'oro e le perle celesti, e amano gli sterchi. Desiderando adunque di eccitar le vostre carità alla divozione e riverenza di tanto mistero, lasciata da canto la sposizione dell' epistola di san Giovanni, faccio una digression grande; che io proposi di dechiarar tre cose; e di tre, due solamente abbiam potuto espedire, e la terza cominciassimo a toccarla, e la lasciassimo imperfetta. Con che intenzione debbiamo andare alla messa, e con che composizion del corpo star vi dobbiamo, l'abbiam detto, e cominciando la terza parte abbiam dichiarato, che do

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

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vete udir la messa, quando con voce alta legge il sacerdote, e orare ovver contemplare con silenzio, quando si ôra segretamente dal sacerdote. E perchè nel sermon precedente vi abbiam promesso di dichiararvi quel che orar e contemplar si debba, per dar occasione al sapiente di pervenire alla dolcezza di Cristo diciamo colla inspirazion di Dio quel che a noi parrà circa ciò. Da'la occasione al sapiente, dice Salamon nelle parabole, e gli si aggiungerà sapienza (1). Pregovi adunque, fratelli, che siate attenti, e quelle cose ch' io dico le reponiate nei petti vostri per operarle al tempo suo, e insegnatele ai vostri figliuoli. Queste cose, dice il Salmista, ha comandato Dio ai padri nostri, che le faccian note ai loro figliuoli, acciocchè l'altra generazion le conosca. I figliuoli che nasceranno e leveransi su, le narreranno ai loro figliuoli, acciocchè pongano la loro speranza in Dio e che non si dimentichino l'opere di Dio, e che cerchino i comandamenti suoi, acciocchè non sian fatti come i lor padri, generazion prava e esasperante (2). Io spero nel Signore che se farete questo, avrete e il gaudio celeste nell' udito della messa, e vi pareranno tutte le messe brevi per la gran dolcezza.

Ma per proceder senza confusione ne bisogna osservar due cose. Primamente che non dichiariamo quel che significhi ogni minima cosa nella messa, perchè si confonderebbe il vostro intelletto, e per questo non ne riportereste alcun frutto. Toccherò adunque le parti principali e al popolo più manifeste. Quelle più secrete e più minime le lascerò ai sacerdoti. Secondariamente per proceder con ordine distingueremo la messa in diverse parti e parmi quanto al proposito nostro si aspetta, che dividiamo in tre parti principali, cioè: in contemplazione, orazione e azion di grazie. La prima ne darà delettazione per la memoria delle cose delettabili passate. La seconda per la intelligenza delle cose presenti. La terza per la speranza delle cose future; perchè ogni delettazione procede da queste tre cose, o per it bene passato nella memoria presente, o dal bene presente nella intelligenza, o da quel che ha da venire nella speranza. La prima ċ dalla confessione del sacerdote infino al canone. La seconda dal canone fino al lavar delle mani: dopo dice l'introito, dopo questo Kyrie eleison e Gloria in excelsis, Dominus vobiscum, l'orazione,

(1) Prov. 9.
(2) Psal. 77.

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