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segni, cioè in manifesto. Le monache ancora posuerunt signa sua, signa, perchè stanno tutto 'I di alle grate a cicalare con le giovani secolari; che segni sono questi, se non segni manifesti di poca devozione? Saranno alle volte li giovani tanto scorretti nel parlare, che eziandio in presenza delle donne dabbene e de' fanciulli non si vergognano a parlare in quel modo. Costoro danno indizio di fuori di quello che e' sono dentro. E nota che due volte replica signa, perchè simili atti sono manifestissimi segni di peccato, ovvero possiamo dire che Asaph replica e dice due volte signa, per lo gran dolore; come diremmo noi a uno che avesse bestemmiato per gran dolore: sì che tu hai bestemmiato Iddio, eh Iddio! eh, ribaldo, levatimi dinanzi. E, che è peggio, et non cognoverunt; e che cosa non hanno conosciuto? I peccati loro, anzi reputano i peccati virtù. Dice quel soldato: che vale un soldato se non mostra nelle parole animo, audacia gagliar dezza, e bestemmia Iddio con la sua santa Madre? Quella donna manda per quelli che sanno ballare che gl' insegnino, perchè la dice che gli è gentilezza saper ballare. Vedi quel giovane che spende ciò che può in cene e desinari, e ora dona a questo, e ora dona a quell' altro senza ragione alcuna; e se tu lo riprendi dice, che è liberalità far così. Quell' altro manda male di molta roba in lussurie, in giuochi, in pompe di vesti; riprendilo, immediate si scusa e dice che 'l fare l'opposito è pigrizia e inerzia, e che li giovani debbono fare il corso loro. L'avaro, dice che la tenacità sua è parcità; il sapere ingannare il prossimo suo in varii modi è stimata prudenza; il vendicarsi dell' ingiurie è auimosità e fare onore alla casa; e così vedete che non si può venire a peggio che noi ci siamo, quando li peccati sono reputati virtù, e le virtù vizii. Chi sono quelli che riconoscano d'avere errato? Chi è quello che dica: Io ho fatto male? Chi è quello che si confessi veramente e senza scusarsi? Ognuno vuole scusare il peccato suo e però costoro non cognoverunt. Fanno li peccati manifesti, mettono l'insegne de' peccati loro fuori, acciocchè ognuno li vegga, e poi gli vogliono scusare. Orsù, in che modo costoro posuerunt signa sua signa, et non cognoverunt sicut in exitu super summum, cioè come si pongono i segni della vittoria, quando è presa una città, sopra la sommità dell'esito delle porte e per tutti i canti della città principali, e sopra le torri e rocche si mettono i segni del vincitore; onde il diavolo ha fatto come fanno i signori e li capitani degli eserciti, i quali

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

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preso che gli hanno una città, mandano in terra tutte l'insegne e distruggono l'armi del precedente signore e mettonvi le sue. Non so se si potesse dire che l'arme che voi ponete ne' paramenti e nelle chiese in luogo di Crocifisso sono segni del diavolo, io non lo dico; ma nondimeno dico che molti posuerunt signa sua signa, e fanno l'arme e l'insegne loro insino nelli calici e nelle patene e nell'ostie che si consagrano. Non contenti di questo, quasi in silva lignorum exciderunt ianuas eius in idipsum. Guardate ancora, fratres mei, quanta malignatus est inimicus in sancto. Eglino sono venuti al tempio santo colle scuri e coll'ascie, e hanno cavato de' gangheri le porte, e hannole spezzate con le scuri e tagliate coll'ascie, e hanno fatto questo senza alcun rispetto e senza alcuna reverenza, come fanno proprio i tagliatori che vanno in una selva a tagliare legne con impeto e con romore. E sono stati tutti d'accordo e uniti a fare questo male; e però dice: In idipsum, cioè in un medesimo volere sono convenuti. Seguita ancora e dice: In securi et ascia deiecerunt eam, perchè non solamente hanno violato il tempio e spezzato le porte di quello, ma etiam hanno distrutta la tua città eletta di Ierusalem, e colle scuri e ascie hanno rotto le porte. Questo è quanto alla lettera; ora riposiamoci un poco, e diremo il senso spirituale.

Quanto al senso mistico, dovete notare che quelli che vanno alla selva a tagliare gli alberi colle scure e coll'ascie, primo, e' danno di molti colpi con la scure giù a piè dell'albero tanto che lo fanno cascare in terra; poichè gli hanno fatto cascar lo stipite dell' albero dalla radice sua, lo tagliano in pezzi grossamente e sottilmente e minutamente, per far fuoco: così fanno i demonii nella selva di questo mondo, dove sono molti alberi vivi, cioè molti buoni cristiani, che hanno la fede viva, cioè formata di grazia e di carità: a questi s'accostano i demoni colle scuri, cioè colle gravi tentazioni, e colle ascie, cioè colle piccole tentazioni, perchè alcuni sono forti, e fanno gran resistenza ; altri, per ogni piccolo colpo e lieve impulso di tentazione, rovinano ne' peccati mortali. Torna quel cittadino a casa, e non trova così in ordine a suo modo; il diavolo lo conosce che gli è vile soldato, e non gli dà della scura, ma piglia l'ascia, e dà un' asciata così pian piano, e falio cascare in ira e bestemmia, e infuriasi come una bestia; così fa a quella donna, che la conosce debole. La torna a casa, e vede che la serva non ha fatto

e non ha detto ec., tu la vedi di subito tignere, e comincia a traversare e indiavolare con lei, il diavolo le ha dato dell'ascia, perocchè per piccola cagione e occasione l'ha fatta cascare. Item tu sentirai che il tal cittadino in un circolo di gente t'ha così un poco biasimato, o t'avrà detto così in su un'ira una paroluzza; tu subito ti risenti, e diraigli una carca di villania, e parole molto scostumate: ecco che tu sei cascato da un lieve colpo d'ascia. Quell' altro non solo dice villania, ma per ogni paroluzza viene alle coltellate, e così ne va giù a colpi d'ascia. Item il diavolo sa e vede che quell'uomo e quella donna sono molto inclinati alla lussuria e, oltra di questo, sono deboli; dice in sè medesimo: qui basta adoperare l'ascia; e solamente per vedere un giovane o una giovane, casca nel consenso del peccato, e qualche volta nell'atto, pure che abbia comodità. Immo qualche volta questi tali si danno occasione di peccare, e come e' sentono volare una minima cogitazione disonesta nella fantasia, subito vi s'immergono dentro; altri sono più forti e più gagliardi, e fanno gran resistenza. Dice il diavolo: io ti taglierò ben io, io ti farò cascare, e piglia la scura e menagli di gran colpi, e tanto dà nella volontà del cristiano, che lo fa cascare, e dividelo dalla radice della grazia e della carità. Vedi Iosef: il diavolo sapeva che gli era forte, e che non andrebbe giù a colpi dell' ascia, cioè a sguardi di femmina, e però gli adoperò la scura; queste furono le lusinghe dell'adultera. Ma lui stette forte a questi colpi, e non volse mai acconsentire. Una volta infra l'altre menò un gran colpo e credettelo atterrare. Questo fu quando l'adultera lo prese per forza. Ma losef, destro nel combattere, schifo il colpo, e uscigli delle mani. Item Abraam quanti colpi di scure credi tu che gli avesse, quando Iddio gli comando che gli sacrificasse il figliuolo? Credi che il diavolo non si stava; pensa che per tutto il cammino dovette adoperare la scura ; io ti so dire, che a quella volta e' la dovette assottigliar bene; ma non giovò niente, perchè Abraam era albero forte e di quercia, e non si crollò punto. O che gravi tentazioni furono quelle di Moisè nel cavare quel popolo dell' Egitto, e condurlo in terra di promissione; egli ebbe, ti so dir io, dimolti colpi di scure, in modo che gli veniva qualche volta tedio, e pareva che qualche volta e' si dimenasse così un poco; onde e' diceva spesso: Signore, tu m'hai dato questo popolo, che io lo conduca nella terra tua, ecco che gli è di dura cervice, io non posso con esso lui:

Adhuc et paululum lapidabit me. Tu vedi che e'ni vuol lapidare. E alla pietra di Oreb, il diavolo gli menò un gran colpo della scure, che e' dubitò così un poco che Iddio non facesse venire l'acqua della pietra. Non credere però che e' cascasse, e che lo precidesse dalla radice della grazia; pure e'fu tal peccato, che il Signore volse che ne facesse la penitenza. Se tu consideri l'occasione che cbbe David nel peccato dell'adulterio, tu dirai che il diavolo gli dette della scura e non dell'ascia, perchè prima, Bersabea era bellissima donna, cragli vicina e vedevala spesso, il marito era in campo, lui era re, e non gli era difficile a fare segretamente. Cascò san Pietro, da un gran colpo di scure; perchè c' disse se io confesso Cristo, eglino m'ammazzeranno. Il diavolo poi al tempo de' martiri disse e' mi bisogna arrotar bene la scura, che costoro sono troppo duri legni. I' ti so dire che e' l'adoperava bene, e menava colpi che tu avresti detto ora andrà per terra quell'albero, ora acconsentirà al tiranno, ora sacrificherà e darà l'incenso all'idolo, e nondimanco gli stavano forti, benchè molti ne cascassino. Così sono alcuni nei nostri tempi, benchè pochi, che bisogna la scura, perchè sono forti e fanno resistenza, bisogna gran tentazione. Sarà un giovanetto bene allevato, costumato, timorato nel timor di Dio; similmente una fanciulla buona e morigerata, e hanno voglia di far bene; verrà quel giovane scorretto, quel ribaldo, quel sodomito, e seguiterà un pezzo quel fanciullo e quella fanciulla, lusingheragli, darà loro danari, prometteranne di nuovo; alla fanciulla prometterà di torla per donna, o di fargli parte della dota, compreragli dimolte cose, in modo che gl' inclinerà la volontà loro al suo proposito; se gli avesse qualche colpo d'ascia non sarebbono cascati, perchè dato che un fanciullo e una fanciulla facilmente s'inclinino a' peccati carnali, nondimeno, se c' sono bene istrutti nel timor di Dio, non si muovono così a parole semplici; bisogna la seura. A quell' altro gli è morto il padre o il figliuolo o il fratello, e cerca subito vendicarsi, perchè gli ha avuto un colpo di scura. Se gli fusse stato detto qualche parola con ira, non avrebbe stimato questo colpo d'ascia; e però attendele, fratres mei, state vigilanti, O filii hominum simul in unum dives et pauper, quia ad vos venit diabolus habens iram magnam. E ne viene colla scura in mano. Iam ad radicem arboris securis posita est. Ognuno si guardi chi è in questa selva, guardatevi, fratres mei, di non frequentare le curie de' gran

maestri e le corti loro: Quia ibi securis ad radicem arboris posita est. E'v'è la grave tentazione, e'v'è l'ascia per quelli che sono più deboli, ovvero per quelli che sono più inclinati a un vizio che a un altro. Voialtri confessori non andate tutto il dì per le case delle donne, Quia ibi securis ad radicem arboris posita est. Voi avrete qualche colpo, e direte poi: io nol credevo, e sarà vostro danno. Quando le si vogliono confessare o consigliare di qualche cosa, ascoltatele, e non state tutto il di a cicalare con loro. Le monache non stiano tutto il di alle grate a vedere chi va e chi viene, Quia ibi ad radicem arboris securis posita est. Le s'hanno poi a confessare di molte fantasie del mondo, che l'hanno avuto; crediate a me che il diavolo s'è posto quelle grate colla scura in mano, e dà di mali colpi, e bene spesso taglia l'albore, se non al primo colpo, al secondo. O quante poche di queste che si dilettano di stare alle grate, schifano i colpi delle scure! Voi, cittadini, non lasciate le vostre fanciulle andare a' balli e alle veglie. E' v'è la scure posta alla radice dell'albero, e'v'è quel giovane che uccella, e v'è quel disonesto che fa cenni e dice cose disoneste. Elle tornano poi a casa, e diconvi poi: il tale mi fece, il tale mi disse, e così nascono poi gli odi e le discordie. Non lasciate andare i vostri fanciulli la notte, e non gli tenete in botteghe disoneste, che gli avranno dimolti colpi di scure e dimolti colpi d'ascia. Tenetegli in casa dall'Avemaria in là. Non li lasciate conversare con sodomiti e giuocatori: Quia ibi ad radicem arboris securis posita est. E cascheranno e saranno tagliati, e saranno divisi dalla radice, e perderanno l'innocenza battesimale, e perderanno la grazia di Dio, e voi n'avrete poi a rendere ragione a Dio. Tu, cittadino, non cercare tanto stato, non ti usurpar la vittoria che non t'è data, non pigliare quegli uffici che tu non sai fare; non esercitare l'arte della medicina, tu che sei ignorante; non voler fare l'officio dell'avvocato o del procuratore tu che non hai dentro giudicio, non ti confidare del tuo cervello, dico io: Quia ibi ad radicem arboris securis posita est. Il diavolo ti tenterà, che tu farai dimolti errori nel giudicare e nel rogare. Guardatevi dunque tutti: Quia multa malignatus est inimicus in sancto. Ma perchè il nemico, cioè il diavolo con li suoi membri, non solo nella selva di questo mondo taglia gli alberi piccoli, che significa li popoli che lui tenta, e falli cascare, e divideli dalla grazia di Dio, ma ancora taglia degli alberi grandi, perchè

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