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altrimenti l'amor suo sarebbe mercenario, perchè mostrerebbe d'amar più le cose temporali, che Dio. E lui fa tutto l' opposito, perchè quanto più tribulazione patisce, tanto più pensa che Dio gli voglia bene, e che gli abbia a fare bene. Ma io non so già se noi siamo di questi. Ecco, fratres mei, quello che io dicevo innanzi. Che diremo adunque? credete voi che noi abbiamo questa carità? Vedete quanti uomini fanno dimolti beni che non li farebbono, se eglino non pensassino avere mercede. Quanti sono che digiunano la vigilia di san Bastiano, di san Rocco, e di san Martino per paura della pestilenza! quanti celebrano la festa di santo Antonio per amore del fuoco, e altri portano al collo brevi e dicono molte orazioni, e fanno molte altre cose, o per fuggire le pene dell'inferno o per acquistare qualche grazia o mercede temporale, ma per puro amore di Dio nessuno o pochi operano! Ora ascolta adunque: se tu vedessi un giovane, che avesse lutte le dote spirituali e corporali che si possono immaginare, verbigrazia, vedessi un giovane bellissimo di corpo, che non li mancasse alcuna qualità che si ricerca alla bellezza corporale, fosse sanissimo e fortissimo di corpo, ita che nessuno lo superasse in fortezza e in audacia d'animo, se tu gli aggiugnessi poi la copia delle ricchezze che c' fosse pecunioso e avesse abbondanza di ricchezze naturali e artificiali, che diresti tu di costui? Certamente tu lo esalteresti. Ma se sopra queste ricchezze temporali gli avesse diverse doti spirituali, verbigrazia, che e' fosse perfetto in tutte le scienze, fosse perfetto oratore, perfetto logico, perfetto filosofo e teologo, ita che nessuno gli potesse stare a petto, e sapesse ragionare di tutte le scienze e di tutte l'arti; tu diresti, certo, costui è uomo divino. Ma se ancora lui fosse grazioso, benigno, liberale e magnifico con tutti; se tu lo vedessi poi nelle cose agibili prudente, sobrio, giusto e dotato di tutte le virtù acquisite, che diresti tu di costui? Certo tu diresti costui è il più felice uomo che fosse mai. Ma pognamo che oltre alle virtù acquisite, gli avesse le virtù, o vogliamo dire le grazie gratis date, che e' sapesse tutte le cose future, sapesse parlare di tutti i linguaggi, e conoscesse tutti i misterii divini, sapesse interpetrare tutte le scritture, e penetrare tutti li sensi di quelle; e più ancora, se tu lo vedessi elevato spesso in aere, e conversare con gli Angeli e essergli dato il dominio, e fatto imperadore del mondo; che giudicio ne daresti tu di costui? Certo tu diresti: costui non è uomo ma un angelo. Imperò qual maggior dono può fare Iddio a

uno, che dargli tanti doni? E io dico che questo giovane così dotato e onorato, senza la grazia gratum faciente e senza la carità, è infelicissimo e miserrimo. Voletelo vedere? Ditemi s'egli è nessuno nel mondo a chi si possa dar fede? ditemi a chi s' ha a dar più fede, o a l'uomo o a Dio? A Dio direte: Haec dicit Dominus. Voi avete veduto tutti i beni di questo giovane, e io vi dico, dice il Signore: Quod maior omnium istorum est charitas. La carità sopra le predette cose: Quia Deus charitas est et qui manet in charitate in Deo manet, et Deus in eo. Iddio è bene infinito, i sopradetti beni sono finiti. Se adunque Dio vi dicesse: se voi digiunate e guardatevi da' peccati, io vi darò il tal regno, verbigrazia, il reame di Francia pacifico e sicuro; non vi sforzeresti voi di fare quanto vi dicesse? Certamente si. Imperocchè si vede per esperienza che tutto il giorno voi v'affaticate molto per acquistare un poco d'onore, e qualche volta per minima cosa. Come potete voi dire, noi abbiamo la carità, Cum sit che ogni minima cosa e fatica vi sia grave per amor di Dio? lo veggo quel giovane innamorato, che sta con l'amica sua, solamente per vederla e' bisognerebbe andare a bottega e guadagnare, e tamen non se ne cura, non gli dà noia perdere molte cose, pure che egli abbia comodità di vedere quella che lui ama. Vedete che io vi conduco per le cose corporali e sensibili, a dare giudicio delle cose spirituali. Ora veggo che voi non volete perdere, o per dir meglio mettere un poco di tempo nella bottega, per la confessione e comunione, e per gli altri beni spirituali, ma v' affaticate più in simili tempi, quando s'arebbe a pensare a' fatti dell'anima che voi non fate negli altri tempi. Che segni vi paiono questi? Veggo quell'altro che è invitato alle nozze, e perchè non v'è la sua amica non può stare, non gli sanno buoni i suoni, non gli piacciono i cibi, nè cosa che vi si faccia: vi sta appiccato colla cera; e come vede il bello, si fugge e va a trovare l'amica sua. E voi state nelle delizie del mondo, dove non è Dio, senza repugnanza alcuna; e non vi curate d'andare a trovare Cristo nell'orazione. Consideriamo quell' altro che ha letto o versi d'amore o sonetti dell'amica sua, e leggeli dieci o dodici volte il di con gran piadell' altre lettere o versi che gli sieno mandati, non se ne cura e non ne fa stima, ma quelli della sua amica gl' involge nella seta, e tiengli come reliquie. E voi non volete leggere le scritture sacre, nè le volete udire. Come dite voi adunque: noi abbiamo la carità? Questi non sono segni d'avere carità e amore

cere,

di Dio. Io guardo quello innamorato che ha avuto della sua diletta una insalata, una mela, o qualche altra cosa cómmestibile, se gli è a mensa e sieugli posti innanzi miglior cibi, li lascia, e mangia di quelle cose che gli ha mandate l'amica sua; e voi avete il sagramento e altre cose spirituali, e non vi volete comunicare; anzi le cose spirituali vi paiono amare. Adunque possiamo concludere e dire, che in voi non sia carità, ma più presto un amore mercenario. E perchè alcuni dicono che la carità, della quale noi parliamo, è la carità che si conviene a' perfetti, diamo quello che seguita del demoniaco, che fu liberato dal Salvatore.

L'amore di quelli che sono imperfetti, o gli è carità o no. Se 'l non è carità non abbiamo a disputare di quello. Se gli è carità, adunque è amore buono, o vero retto, come è detto di sopra; ed exconsequenti di tale carità vagliono e verificansi le ragioni poste e dette di sopra, cioè che la carità non ama Dio principalmente per alcun premio, eziandio per conto della beatitudine celeste. Nientedimeno negli uomini imperfetti questo non appare così manifestamente. Ecco il demoniaco, del quale abbiam parlato di sopra, significa il peccatore, come noi dicemmo, il quale è denudato e spogliato d'ogni virtù. Non sta in casa, cioè non è per grazia nella chiesa, ma sta ne' sepolcri fetenti, cioè nelle sorde e brutture de' peccati carnali, e non si lascia legare colle catene de' precetti divini e umani, e ha addosso una legione di demonii, cioè di peccati. Quando questo demoniaco è liberato da Cristo, i demonii lo lasciano, ed entrano ne'porci, cioè ne' lussuriosi che sono poi sommersi nell'abisso dell'inferno. Ora nota a proposito, che subito che 'I fu liberato non ritorna a casa, non va a vedere i parenti, non cerca e non si cura d'accumulare ricchezze, ma solo di seguitare Cristo Gesù. E perchè? Odi che 'l dice: Quoniam ecce qui elongant se a te peribunt, come perirono quelli porci che furono dalli demonii precipitati nel mare. Perdidisti omnes qui fornicantur abs te, cioè quelli che amano più le cose terrene che Te, che lasciano Te, fonte d'acqua viva, e cavansi cisterne dissipate che non tengono se non acqua torbida; quelli dico che abbandonano Te, vero creatore, e accostansi alla creatura, periscono. Mihi autem adhaerere Deo bonum est. A me è molto buono e utile accostarmi a Dio più che ad alcuna creatura, perchè tutte le creature mancano; Dio è eterno e infinito; le creature sono temporali e finite, e non empiono nè SAVONAROLA, Opere. Vol. 1.

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l'intelletto nè l'affetto: Iddio è cosa infinita ed empie tutto il cuore umano. Mihi ergo adhaerere Deo bonum est, perchè qui è tutto il mio refugio, tutta la mia fortezza, qui mi difendo, qui sono sicuro, qui divento gagliardo. Ergo mihi adhaerere Deo bonum est, perchè Lui è il mio propugnacolo, Lui è la rocca, Lui è lo scudo che mi difende. Se io sto appresso a Te, Signore, chi mi può nuocere? I demonio non si può appressare a Te, la carne e la sensualità mia, quando io sono unito e congiunto teco, non ha vigore contro allo spirito. Quia gustato spiritu tuo desipit omnis caro. Il mondo ancora con tutte le sue astuzie, con tutte le sue armi non può prevalere, perchè tu sei come una torre fortissima e altissima, e chi sta in questa torre non può perire; onde bene diceva David: Qui habitat in adiutorio altissimi, in protectione Dei coeli commorabitur, dicet Domino susceptor meus es tu, et refugium meum, Deus meus, sperabo in eum. E perchè spererà in lui? Quoniam ipse liberavit me de laqueo venantium et a verbo aspero; ergo mihi adhaerere Deo honum est; e perchè l'è egli così buono? perchè da Dio io ricevo l'aiuto e la vita: Lui mi pasce, Lui mi conforta, Lui mi consola, Lui mi fa sopportare tutte le tribolazioni. Ma quanto è buono accostarsi a Dio, domandane li martiri, li quali senza dubbio sarebbono mancati a' primi colpi se non fossino stati aderenti a Dio, non avrebbono potuto sopportare le ungule, non l'eculeo, non la graticola, non il fuoco. Ergo eis fuit valde bonum adhaesisse Deo, mihi adhaerere Deo bonum est. E perchè? perchè tu solo mi sei dolce, tu solo soave e benigno, tu liberale e magnifico: Tu mea magna merces nimis; Tu sei la mia mercede, tu sei il mio premio, la mia felicità, la mia beatitudine, il mio sommo bene senza alcun male, il mio sommo gaudio senza tristizia, la mia dolcezza senza amaritudine, la mia fortezza somma senza alcun difetto, la mia somma verità senza falsità, la mia somma scienza senza ignoranza. Tu finalmente, Signore, mi sei ogni cosa in ogni cosa: tu sazii l'anima, tu empi l'intelletto della verità, tu accendi l'affetto, tu beatifichi tutte le potenze, e però: Mihi adhaerere Deo bonum est, perchè tu beatifichi ancora il corpo, tu lo fai incorruttibile e immortale, tu lo fai impassibile, tu lo fai leggiero, agile e sottile; e finalmente da te procede ogni bontà che è nella creatura. E però, fratres mei, è cosa molto buona aderirsi a Dio, Et ponere in Domino Deo spem suam; non in ricchezze, non in pecunie, non nella podestà e credito mondano,

non negli amici e consanguinei: quia maledictus homo qui confidit in homine et ponit carnem brachium suum, sed ponere in Domino Deo spem suam; hoc valde bonum est, quia benedictus vir qui confidit in Domino, quia qui confidunt in Domino, non commovebuntur in aeternum, qui habitat in Ierusalem. E perchè non si commoveranno eglino in eterno questi tali? Quia qui sperant in Domino habebunt fortitudinem; assument pennas ut aquilae volabunt et non deficient. Vedi come è fatta la carità degl' incipienti e imperfetti, che ancora lei si sforza di spiccarsi da tutti gli affetti terreni, e colloca tutta la sua speranza in Dio, e non li serve, nè l'ama principalmente per mercede che gli speri, ma lo ama per sè medesimo. E in segno di ciò, tu vedi che questo demoniaco che tiene la persona degl' incipienti, insieme con Asaph, ogni cosa abbandona, la propria casa, li parenti e gli amici e la roba, e dice che vuol seguitare Cristo e aderirsi a Cristo. Ma dice il Signore: O Asaph, o tu che sei ancora incipiente e di fresco liberato, non da un demonio solo, ma da una legione, sappi che questo ancora t'è buono, che tu lasci te medesimo per l'onore e gloria mia; lascia adunque le proprie consolazioni. Et vade et annuntia quanta tibi fecit Deus. Che fa Asaph? Che fa questo demoniaco liberato? prontamente obbedisce, e dato che ancora sia incipiente, nondimeno dice: Vadam, io anderò Signore. Ut annuntiem omnes praedicationes tuas in portis filiae Sion, cioè in manifesto a tutta la chiesa, a laude e gloria tua, qui es benedictus in saecula. Amen.

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