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tiens, perchè e'non basta loro il regno e dominio che gli hanno, che e' vogliono eziandio usurpare i beni e le città degli altri inferiori, e però muovono guerra, ora a questo signore e ora a quest'altro, ora percuotono questo, ora quest' altro, e così inquietono sé e altri, e perturbano il mondo: Quia privavit eos dominus sapientia et gratia, et in labore stultorum sunt. Or che accade mentre che costoro sono così occupati in queste stolte fatiche? In un subito la balena si muove, cioè questa vita presente non tiene loro il fermo, ma subito manca e ogni cosa rovina giù nel profondo; perchè, come dice lob, costoro un gran tempo: Ducunt in bonis dies suos et in puncto ad inferna descendunt. Adunque non è vero l'argomento, dilettissimi, che faceva Asaph in persona degl' imperfetti, che gl'impii non sieno occupati nelle fatiche come i giusti, anzi molto più s'affaticano gl' impii e senza frutto e utilità. E però è stolta la loro fatica e vacua, perche non ha alcuno fine buono. Ma la fatica de' giusti è piccola, rispetto a quella de' reprobi, ed è con frutto e utilità dell'anima, perchè gli è scritto: Bonorum operum gloriosus est fructus. Non solo nell' altra vita, ma eziandio nella presente, Dio remunera le fatiche de' giusti: onde Cristo Gesù li chiama a sè per consolarli, dicendo: Venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos. Ma lasciamo un poco da parte lo stato secolare, e diciamo dell' ecclesiastico.

Nota quanto allo stato ecclesiastico (1), che Lamec può significare gli ecclesiastici, perchè gli è interpretato ancora umile, e a loro appartiene massime l'umiltà, secondo che è scritto: Qui maior est vestrum sit vester minister. Ma oggi e' sono Lamech, cioè umili, per antifrasi, perchè e' sono più superbi che i laici. Costoro hanno due donne, come Lamech, l'una ha nome Ada e l'altra Sela. Ada è interpretato testamento, e Sela umbra ejus, perchè gli ecclesiastici oggi hanno in mano e in potestà il testamento di Dio, cioè la legge, e li salmi e la scrittura sacra. E come gli hanno? Nelli divini officii, e nelle laude divine, che loro ogni di celebrano, e nelle pubbliche predicazioni che c' fanno a'popoli ; e con queste cose egli hanno la vanità del secolo, che è come un'ombra che passa; in modo che e' vogliono servire a due si

(1) Quanto ha detto fin qui de' vecchi, ed ora dice dello stato ecclesiastico e religioso è sempre tutto iperbolico, e secondo la fantasia viva dell'Autore.

gnori. Adunque d'Ada e' generano lael e Tubal. Iael è interpretato carnale coniugio, e significa i superiori della chiesa, come sono vescovi, arcivescovi e altri prelati maggiori e pastori della chiesa; onde dice la scrittura, che questo Ioel fu padre di quelli che abitavano ne' tabernacoli de' pastori; così i vescovi sono padri e principi degli altri pastori e prelati inferiori. Questi cattivi vescovi abitano ne'tabernacoli delle volubilità di questo mondo; e perchè insieme con le cose spirituali mescolano le cose carnali, pertanto e' sono detti carnale coniugium. È ben vero che e' sono sposi delle chiese, ma più presto carnalmente, che spiritualmente, perchè della salute delle anime de' popoli loro non si curano, ma si bene delle cose temporali e carnali, perchè e' basta loro tirare l'entrate delle chiese e avere il cacio e la lana delle pecore. Del resto non si curano, se non un poco superficialmente, e per modo di cerimonia, e così non reggono l'anime spiritualmente, ma più presto carnalmente. Similmente i predicatori moderni mescolano la profezia e la scienza carnale de' poeti insieme colla scrittura sacra. Si potrebbe anche dire, che Lamech che fu il primo ad introdurre la bigamia, cioè di torre più donne che una, significasse li prelati del tempo d'oggi, i quali non sono contenti d'una moglie sola, cioè d'un beneficio, ma ne vogliono più, contra la dottrina de' santi padri antichi e contra conscienzia, perchè e' non si può presiedere e governare due popoli che bene vada. Tubal che è il secondogenito d'Ada, é interpretato conversus ad universa, e significa li clerici inferiori e prelati, e li religiosi inferiori, e predicatori, che si convertono oggi ad universa, per piacere a' secolari, e satisfare alli loro appetiti; si convertono, dico, a cerimonie e a canti figurati; a fare filze e drappelloni, e a sonare campane tutto 'l giorno, per tirare cose temporali. E però di questo Tubal è scritto, che e' fu padre di quelli che cantavano in sulla citara e sull' organo; così costoro si dilettano tutto il di di sonare e di cantare, e dannosi oggi i religiosi più alla musica e al canto figurato, che alle cose spirituali, solamente perchè e' concorra il popolo alle loro chiese, e allora si rallegrano quando la chiesa loro è piena di secolari, e però fanno tanti frascati, e scandalezzano i popoli con tante cerimonie senza spirito. Seguita poi che costoro dell' altra moglie, cioè di Sela, e' generano Tubalchaim, che vuol dire deferens haereditatem. Questi sono i clerici e religiosi avari, che dissono quando il vescovo gli ordinò: Dominus pars haereditatis meae et calicis mei tu

es, qui restitues haereditatem meam mihi. I clerici sono assunti in sorte dell'eredità del Signore, e hanno avere qualche offerta dal Signore per le necessità loro, e il Signore ha essere la loro eredità. Ma ora e' discorrono, e circuiscono il mare e la terra, per acquistare l'eredità terrena, e hanno cominciato a fare mercanzie, e stanno molti di loro qualche volta a vendere a botteghe; però di questo Tubalchaim si dice, che fu fabbro, così costoro attendono a fabbricare cose terrene. Noemma fu l'altro figliuolo di Sella ed è interpretato pulchritudo vel voluptas, perchè oggi i religiosi vogliono aver belli conventi e belle celle, e menare vita delicata. E così tutti costoro s' affaticano di e notte per cose terrene; i quali se vivessino bene, arebbono di queste cose terrene più che e' non volessino; arebbono i secolari, che sarebbono loro servi e schiavi, e arebbono di grazia di poterli servire e fare del bene loro. Ma costoro sono stolti e non intendono, perchè? Quam privavit eos Deus sapientia et gratia sua: et in labore stultorum hominum sunt. Sforziamoci adunque noi, dilettissimi, di occuparci, non in queste fatiche degli empii, ma nelle fatiche spirituali, ne' santi studi della sacra scrittura, nelle sante predicazioni e devote meditazioni, e nelle buone opere, acciocchè noi ne riceviamo merito in paradiso. Il che conceda Iddio per sua grazia: Qui benedictus in saecula saeculorum. Amen.

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

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PREDICA QUARTADECIMA

Dello scandalo.

Quomodo facti sunt in desolationem?
Psal. 72.

Nel precedente sermone, dilettissimi in Cristo Gesù, solvemmo gli argomenti che facea Asaph in persona degl' imperfetti, i quali furono quattro. Il primo, della pace che e' vedeva negli empii. Il secondo, della loro vita lunga, che e' non parea che e' fusse alcuno rispetto alla morte degli empii. Il terzo, che gli empii in questo mondo non duravano fatica, nè pativano alcuno disagio ; ma più presto vivevano delle fatiche e sudori de' giusti. Il quarto, che in questa vita e'non li flagellava, come i giusti. Il primo solvemmo facilmente, mostrando che la pace degli empii non era vera pace, perchè era solamente esteriore: ma che gl' interiori loro erano pieni d' inquietudine. Il secondo argomento non valeva nulla, perchè li santi hanno avuto grande vita come gli empií, e passato molti di loro, chi ottanta anni e chi cento; ma che la pareva ben corta a' buoni, per molte ragioni che quivi adducemmo. Dicemmovi ancora, che se qualche volta Iddio in gioventù lieva via i giusti, che questo è per loro maggior bene, e perchè il mondo non è degno di loro, e che per questo non si dee dire che i giusti vivano poco tempo, perchè loro operano in poco tempo quello che i cattivi non fanno in tutta la vita loro. E adducemmovi la scrittura che dice del giusto: consummatus in brevi explevit tempora multa. Al terzo e al quarto argomento rispondemmo, che gli empii (dato che e' non sieno

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