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di Dio, anzi è la chiave che apre. E che cosa è più dolce, che aver la chiave del tesoro, e aprire quando esso vorrà e torre ? Ed ecco che questa è la chiave, cioè questo nome Gesù è la chiave del cielo ad aprire quando vorremo. Or maravigliati ? Or mentisce Dio? Io sono, dice egli, la via, la verità e la vita. In verità, in verità vi dico, se domanderete al Padre alcuna cosa nel nome mio, a voi la darà (1). Item poco disopra dice: E tutto quello che domanderete al Padre in nome mio, lo farà. Dimandate adunque, fratelli, in nome di Gesù, ma dimandate il tesoro del cielo. Che cosa è questa? È lo Spirito Santo. Dimandate ed avrete. Imperocchè Gesù è la chiave di questo, e questo dà tutti i beni; però dice: Il consolatore Spirito Santo, che manderà il Padre mio, v'insegnerà ogni cosa, e vi ricorderà ogni cosa. Item questo nome di Gesù è dolce, perchè mi dimostra la gloria e l'onore in questo mondo ed ancora nell' altro. Che cosa più gloriosa, che esser redento e salvato per il sangue di Cristo ? Vedi quanto era il desiderio delle sette donne, imperocchè esse non si curavano se non dell'onore del nome. Onde dice il profeta Isaia ed appresero sette donne un sol uomo in quel giorno dicendo, mangeremo il nostro pane, e copriremoci con i nostri vestimenti, sia solamente il tuo nome sopra di noi; lievane l'obbrobio nostro. E che cosa sarà più dolce nella gloria che veder il figliuol di Dio crocifisso per noi? Tutte queste cose, fratelli, mi dimostra il nome di Gesù e però è molto dolce nel cuor mio. Or non vi pare quando avete questo nome nel cuor vostro che gridi e dica: Io ti ho amato in perpetua carità e però ti ho tirato avendo di te misericordia? Or non ti pare ancora che dica: e tu hai fornicato con molti amatori, nondimeno ritorna a me, dice il Signore, ed io ti raccoglierò. Or non ti pare ancora dirti, quando pecchi e ti disperi: Non temere, perchè non sarai confusa e non ti vergognerai; io ti ho lasciato in un punto e congregherotti con grande misericordia? Or non ti pare che dica: vieni all' orazione? Imperocchè par dire: Chiamami almeno da qui innanzi padre mio, tu sei guida della mia virginità. Or non ti pare che dica a te suspirante alla patria: Abbi un poco di pazienza, e sappi che ti sarà dato il nome nuovo che ha nominato la bocca del Signore, e sarai coronato di gloria in mano del Si

(1) lo. 16.

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

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gnore, e la corona del regno in mano del tuo Dio. Non sarai chiamata più abbandonata, e la terra tua non sarà chiamata più disabitata; ma sarai chiamata volontà mia in quella, e la terra tua abitata ec. (1). Adunque, fratelli, onorate il nome del Signore, e riponetelo ne' vostri cuori, perchè gli è dolce ed infinito tesoro; imperocchè ognuno che invocherà il nome del Signore sarà salvo per il nome del Signor nostro Gesù Cristo, il qual è Dio col Padre e Spirito Santo benedetto nei secoli de' secoli. Amen.

(1) Isa. 62.

SERMONE DECIMOSETTIMO

Sopra l'Evangelio che si legge nella Epifania nel qual si tratta del fervor della fede dei santi Magi, e della perfidia de' Giudei e durezza e freddezza de' Cristiani.

Ecce magi ab Oriente, ec.
Math. 2.

Se alcun sapientemente e devotamente considerasse l'ordine e disposizione di quelle cose che furon fatte nella natività del Signor nostro Gesù Cristo, fratelli carissimi, intenderia la divina sapienza esser mirabile. Imperocchè, perchè nella sapienza di Dio il mondo non conobbe Dio per sapienza, piacque a Dio per soltizia di predicazione far salvi quelli che credono (1). Perchè, dico, per le magnifiche opre sue visibili ed invisibili il mondo nol volse conoscer Dio, piacque a Dio per la fragilità della nostra carne far salvo il mondo. Ha congiunto adunque le cose eccelse alle infime con tanta sapienza, che e le eccelse innalzino l'infime e le infime a noi commendino le eccelse. Imperocchè se noi non vedessimo l'eccelse e divine, vedendo le infime mai non averemmo potuto credere nel fanciullo oggi nato essere nascosta l'eterna maestà. E se queste cose infime non fossero congiunte alle eccelse, la grande liberalità della divina bontà e carità non saria stata da noi commendata giammai. L'ordine adunque delle cose infime ed eccelse a noi commenda la mae

(1) 1. Cor. 1.

stà e benignità di Dio, e così fortifica la fede nei cuori nostri ed innalza la speranza e molto maggiormente accresce la carità.

Ecco che nasce il fanciullo Gesù d'una povera Vergine ed è posto in presepio per non aver luogo nell' ospizio; ma nondimeno si allegrano gli angeli e cantano gloria negli eccelsi a Dio, ed i pastori l'adorano; ma perchè i pastori erano semplici, volle il Signore dimostrarne ancora maggiori cose della sua divinità. Adunque dopo la sua temporal natività, dopo il canto degli angeli, dopo l' adorazione dei pastori, ecco i magi dall' Oriente. Ecco i magi con gran fervor di fede cercano il fanciullo Gesù. Ecco i magi, che del trovato fanciullo Gesù con grande allegrezza molto s' allegrano. Ecco i magi che 'I fanciullo Gesù devotamente e umilmente adorano. Queste tre cose certamente ne dichiara la lezione evangelica. Che cosa adunque intendiamo? Ve l'esporremo in questa sacra lezione con l'aiuto del Signore. Degnatevi di udirlo con la solita attenzione, dirizzate adunque gli orecchi ed attendete col cuore a quelle cose che siamo per dirvi. Udite, fratelli, quanto dobbiamo vergognarci. Udite di quanta confusione siam degni. Udite quel che far dobbiamo. Cominciamo adunque e consideriamo diligentemente ad una ad una le parole dell' Evangelista.

Essendo nato Gesù in Betlem della Giudea nei giorni del re Erode, ecco i magi dall' Oriente vennero in lerosolima dicendo dove è questo ch'è nato re de' Giudei? Imperocchè abbiamo veduto la sua stella in Oriente, e veniamo con doni ad adorarlo. Notate le parole e segnate i misteri. Essendo nato Gesù, dice l'Evangelista. Questo nome di Gesù quello che significhi nei superiori sermoni, se vi ricordate, assai lo abbiamo esposto per quello che ha potuto capir la nostra bassezza. Questo è quello del quale è scritto: Tutte le cose furono fatte per lui e niente è stato fatto senza lui; e ancora lo uscir suo da principio dei giorni della eternità (1). Ecco adunque che quello per il quale tutte le cose furon fatte, oggi è nato temporalmente. Onde il principio di tutte le cose, poichè ha creato ogni cosa, nasce, e ha madre una vergine giovanetta. Ecco l'eterno s'è fatto temporale. Gesù adunque nato ineffabilmente di padre eterno, oggi è nato di madre temporalmente. Ma dove nasce? In Betlem, dice, acciocchè fosse adempiuta la profezia che dice: E tu Betlem, Ef

(1) Mich. 5.

frata sei piccolina nelle migliara di Giuda, di te uscirà colui che dee esser il dominatore di Israel; ed ecco che quello il quale tutto il mondo non cape nasce in Betlem. Ecco che quello che col pugno porta il mondo, è portato da una vergine. Ecco quello ch'è sopra tutte le cose, comincia aver patria, già comincia essere compatriotta degli uomini, compagno degli uomini, fratello degli uomini e figliuolo dell' uomo. Ecco quanto a noi s'approssima Dio. Cercate adunque il Signore mentre si può trovare, invocatelo, mentre è appresso. Confessa a lui e lauda e glorifica lui, imperocchè è nato in Betlem. Giuda certamente è interpretato confessante, ovvero glorificante, e Giudea confessione; onde ben nasce in Betlem, la quale è interpretata casa di pane, ovvero di refezione. Questo è certamente quel pane, che discende dal cielo, e ricrea i cuori degli angeli e degli uomini, acciocchè sia agli uomini e agli angeli un comun pane. Onde è scritto: L'uomo ha mangiato il pane degli angeli ; e questo pane è fertile che mai non manca, imperò dal profeta è detto: Efrata, ch'è interpretato fertile. Nei giorni di Erode re. Questo re è forestiero che tolse il regno a' Giudei. Questo adunque commemora per rivocar la mente nostra alla profezia che dice: non sarà tolto lo scettro di Giuda e il duce del grembo di quello, infinattanto che venga quegli che dee esser mandato, ed esso sarà l'espettazion delle genti. Ecco i magi. Quando dice: Ecco, eccita le menti nostre all' attenzione, perchè ha a dire qualche cosa grande. Attendete adunque fratelli, e non vogliate esser vagabondi. Aprite gli occhi vostri, e vedete chi son questi che vengono. Io esclamo a voi, uomini, e la mia voce è ai figliuoli degli uomini. Intendete, o semplici, l'astuzia, e stolti, intendete col cuore (1). Ecco i Magi. Ecco i Caldei, ecco quelli che non son nati tra i Cristiani. Ecco quelli che non furono battezzati. Ecco quelli che non sono instrutti nella legge evangelica. Ecco quelli che non sono muniti di tanti e tanti sacramenti della chiesa. Ecco quelli che non udirono le predicazioni. Ecco i magi dall' Oriente, del mezzo della nazione prava e perversa, da lontano, da remote regioni, non s'aggravano delle spese, della fatica, non de' pericoli. Vennero. Quando vennero? Quando tutto il mondo era pieno d'idolatria, quando s'adoravano le pietre, ed i legni, quando era piena la terra di caligine e di oscurità, quando

(1) Prov. 8.

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